Expo non c'è piu'
Luigi Consiglio Art
EXPO non c’è più.
Ha lasciato l’idea di uno spazio vuoto, dove un grande circo si è esibito con trapezisti e clown, danzatori e domatori, sotto la grande tenda del tempo che diventa nostalgia. Il valore c’è stato, per carità; forse anche il senso scientifico. Eppure oggi, laddove si nutriva il pianeta volano le cartacce d’istanti rimossi, dimenticati. L’emozione, l’attesa, persino le polemiche, sono terminate in quel vento caldo di un treno che passa, inesorabile.
In molti abbiamo approcciato male l’evento, frettolosamente: forse gli stessi media. L’attesa era una scommessa, mentre il “dopo” è risultato essere unicamente un mero bilancio. A due anni di distanza, conserviamo solo un debole ricordo; eppure a Milano si era dato appuntamento il mondo intero: per comprendere e sostenersi, a vantaggio di una promessa comune.
La scelta di Luigi
Occorreva qualcosa in più, sicuramente il coraggio d’indossare occhiali nuovi per prospettive differenti. Luigi Consiglio, con le sue immagini, ci ha offerto un’opportunità ulteriore, anche a distanza di tempo: quella di rileggere l’evento EXPO con una dinamica che diviene, mai terminata in un certo senso. La sua indagine visiva non si è soffermata sul connotato temporale, e nemmeno tra le dimensioni delle istallazioni. Nel libro qualcosa si muove, interrompe, raggiunge un abbrivio, galleggia. E’ il senso del viaggio: quello della vita parallela, dell’esistenza che porta altrove, cercata dentro e fuori se stessi.
Un viaggio personale
Il viaggio ha sempre fatto parte della storia dell’uomo, nelle varie epoche. La Bibbia ci propone quello della fede (Genesi 12, 1-4) (*), mentre Omero, con Ulisse, disegna quello del ritorno. Col Medio Evo, conosceremo il pellegrinaggio, mentre Dante, con la sua Commedia, indirizzerà i lettori a un peregrinare mistico, predestinato, allegorico e volto alla salvezza dell’umanità.
I grandi viaggiatori sono sempre stati animati da un desiderio di conoscenza, mentre altri si sono mossi su un terreno di scoperta e conquista. Wolfgang Goethe, col suo viaggio in Italia, ce ne fornisce addirittura una versione sentimentale, autobiografica e poetica.
L’uso del mondo
Un po’ presuntuosamente, immaginiamo il viaggiatore tipo munito di un taccuino per gli appunti. E’ lì che specchierà se stesso, accorciando le distanze tra vicino e lontano, sogno e visione, casa e orizzonte.
Luigi da sempre riempie il proprio taccuino, prima ancora di EXPO. L’ha fatto per carattere, indole, propensione; probabilmente anche a causa di una formazione cercata e voluta. Con la manifestazione milanese ha trovato l’opportunità per rileggersi, sfogliando tante piccole pagine scritte a matita, per una volta finalmente collegate. Con la sua fotocamera ha riconosciuto il pianeta attraverso tanti pensieri, e l’ha interpretato: decifrandone un uso.
Mosè Franchi
In Expo 2015 ho avuto l’opportunità di immergermi dentro scenari incredibili, fatti di colori, linee e forme, realizzando immagini che identificano il mio modo di essere fotografo.
Attraverso il mio percorso, ho sviluppato un’attenta attitudine a vedere e osservare tutto quello che in un primo momento può sfuggire ma che può essere rivisto in modi diversi. L’emozione della foto é in questo istante.
Trovare quello che si immagina in un semplice scatto.
Luigi Consiglio
EXPO 2015
Expo2015 Germania 22
Expo 2015 Messico 22
Expo 2015 Emirati Arabi
Expo 2015 Emirati Arabi Uniti 721
Expo 2015 Francia Corta 652
Expo 2015 Spagna 676
Expo 2015 Expo Centre
Basilica di Sant’Antonio Padova
Expo 2015 Padiglione-Vanke 335
Expo 2015 Padiglione-Vanke 366
Expo 2015 Kuwait 921
Expo 2015 Milano 803
Expo 2015 Inghilterra 008
Expo 2015 Corriere della sera 645
Expo 2015 molletta 877